PROGETTO FAMILY IN TOW(N): AL VIA SPORTELLO PSICOLOGICO
Agosto 28, 2023PROGETTO FAMILY IN TOW(N): L’ACCOGLIENZA MIGRANTE, SERVIZI APPRONTATI NEL TERRITORIO
Agosto 28, 2023Concluso il seminario, il primo di un ciclo di incontri nell’ambito del progetto Family in Tow(n), realizzato dall’Associazione ASA Onlus, in partenariato con Acli Catania, co-finanziato dalla Fondazione Sicilia dal titolo “Mediterraneo e accoglienza. Il ruolo dei mass media nei processi di integrazione”, che si è svolto presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Catania. Un momento di riflessione e di confronto su un tema, quella della comunicazione vista come strumento fondamentale, necessario ed inclusivo nel fenomeno dell’integrazione di cittadini stranieri.
Titoli sensazionalistici, luoghi comuni, fake-news: questi sono solo alcuni degli elementi che determinano una stereotipizzazione e banalizzazione della questione multi-inter-culturale. Ma vediamo nel dettaglio quali sono stati i contributi dei relatori, in un momento visto come inizio di un percorso di approfondimento su tematiche legate al mondo dell’accoglienza e dell’integrazione delle famiglie migranti con particolare attenzione ai nuclei con minori.
Per Rosalba Mirci, responsabile della cooperazione Asa Onlus, in sostituzione del Presidente Asa Onlus, Maria Virgillito, assente per sopraggiunti motivi istituzionali: “Essendo L’Asa Onlus un Ente per le adozioni internazionali, ci occupiamo di accoglienza, nello specifico, dei bambini che, privi di famiglia, vengono accolti dall’amore di un nucleo familiare. Da 20 anni a questa parte, avviamo percorsi di integrazione dei due mondi, quello degli adottanti e quello dell’adottato puntando sull’importanza di preservare l’identità culturale di ciascun componete familiare. L’integrazione – prosegue la dott.ssa Mirci- è arricchimento culturale: tanto maggiore è la ricchezza che si genera, quanto più elevata è la capacità di accompagnare la fusione, in un unicum, di questi due mondi. Col progetto Family in Tow(n) travalichiamo i confini tipici dell’adozione e decliniamo in altri campi il tema dell’accoglienza e dell’integrazione per contribuire a fornire una voce in più che sia in grado di amplificare la necessità di diffondere buone pratiche di integrazione. “Abbiamo voluto affrontare il tema a partire da come i questi processi vengono raccontati – conclude - dalla responsabilità sociale che hanno i mass media in grado di contribuire a scardinare o radicalizzare stereotipi sulla multiculturalità e sull’integrazione”.
Agata Aiello, presidente delle Acli di Catania, ha rimarcato la missiondelle Acli: “Da sempre condividiamo il messaggio cristiano delle Acli, ovvero quello dell’accoglienza, del rispetto e della solidarietà. Sposare un progetto come quello del “Family in Tow(n) con Asa Onlus ci permette, per l’appunto, di accogliere i bisogni e soprattutto di dare una risposta a tutte quelle famiglie che i trovano spaesate”.
Per Maria Spoto, vice presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Sicilia: “Bisogna dire no alle stereotipizzazioni di qualsiasi genere. Ogni Ordine, sia quello degli assistenti sociali, sia quello dei giornalisti, deve rispettare delle regole ben precise. Chi opera nel sociale deve far riferimento ad una comunicazione pubblica chiara ed efficace che non lasci equivoci di alcun tipo”.
Guglielmo Troina, Vice Capo redattore Tgr Rai Sicilia, ha sottolineato le difficoltà che può avere un giornalista nel raccontare la realtà: “Il giornalismo di oggi, purtroppo, si allontana sempre di più dall’approfondimento e in pochi minuti, soprattutto per il giornalismo televisivo, il cronista si trova a dover raccontare il mondo. Raccontare senza generare allarmismi, senza rifugiarsi in luoghi comuni, è l’unico dovere e l’unica responsabilità del giornalista”.
Troina durante il suo intervento ha posto l’attenzione sulla “Carta di Roma”, ovvero sul Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti. Redatta nel 2008 congiuntamente dal sindacato dei giornalisti FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e dal Consiglio Nazione dell’Ordine dei Giornalisti si fonda sull’enunciato dell'articolo 2 della legge istitutiva dell'Ordine (legge n. 69 del 3 febbraio 1963): il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati. Scopo della Carta è fornire le linee guida per il trattamento delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti in Italia.
“L’errore di oggi è quello di confrontarsi con i fatti senza l’intermediazione giornalistica – conclude Torina – in un momento storico in cui le notizie vengono veicolate soprattutto attraverso i social network. Occorre ricercare un’informazione a 360 gradi, leggere ed informarsi senza soffermarsi mai alla lettura di una sola testata”.
Anche per Guido Nicolosi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, il limite del giornalismo di oggi è rappresentato dal poco approfondimento: “Occorre tornare al reportage, genere che purtroppo è stato abbandonato. La narrazione emergenziale di oggi ha nutrito l’immaginario degli italiani, in un Paese, l’Italia, con il più alto divario tra percezione e realtà. Oggi, purtroppo, si tende a descrivere e a presentare all’opinione pubblica il fenomeno migratorio come un dramma. Occorrerebbe invece – conclude – descriverlo come un fenomeno sociale e culturale, senza allarmismi e luoghi comuni”.
Mohamed Abdelfetah, mediatore linguistico e culturale, facendo riferimento alla sua esperienza personale di immigrato, giunto in Italia circa otto anni fa, ha posto l’accento su quanto, molto spesso, la parola “immigrazione” sia abusata e negativizzata. “Gli immigrati, nel racconto giornalistico, non parlano mai in prima persona. Sono gli altri a parlare per loro e questo – conclude – non fa altro che alimentare una perdita della propria identità”.
Infine, il fotogiornalista Antonio Parrinello, presentando un video toccante ed emozionante che ha ripercorso il suo lavoro fotogiornalistico, ha parlato di quanto siano cariche di significato e rappresentative le immagini: “In ogni foto c’è un connubio tra razionalità e carica emotiva. Molte volte non è stato semplice scattare queste foto. Dietro a quei volti si legge la sofferenza, le emozioni da catturare in un obiettivo. E’ importante – conclude – contestualizzare nel modo corretto ogni immagine, altrimenti anche qui si rischierebbero fraintendimenti e un’informazione grossolana che genererebbe allarmismi”.
Ha moderato l’incontro Salvatore Spagano, docente di Economia delle Istituzioni presso il Dipartimento di Economia e impresa dell’Università degli Studi di Catania.