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Marzo 20, 2025Come supportare la famiglia adottiva dal punto di vista psicologico? A riguardo ItaliaAdozioni ha intervistato la psicologa Sofia Binanti.
di Layla Perroni
FONTE: ItaliaAdozioni
Il rapporto tra genitori e figli adottivi è una danza armonica che si staglia tra due entità. Durante questo percorso è fondamentale il supporto che entrambi possono avere da specialisti del settore, come gli psicologi. Sofia Binanti, Psicologa clinica e Psicoterapeuta in formazione, operante nel mondo delle adozioni internazionali, ci aiuta a fare luce sulla questione.
Come supportare un bambino adottato e la sua famiglia dal punto di vista psicologico?
Prima di pensare al supporto che necessita un bambino adottato, bisogna focalizzarsi sul periodo in cui l’adozione (intesa come momento di incontro tra i genitori e il bambino) non è ancora avvenuta ma ci si appresta a viverla. Tanto il bambino, quanto la famiglia, devono vivere un’importante fase di preparazione all’adozione.
I genitori vanno formati sugli step dell’età evolutiva, sullo sviluppo cognitivo ed emotivo del minore, sui temi riguardanti la genitorialità, sulla storia e sulla cultura del Paese in cui intendono adottare. I bambini, dal canto loro, vanno predisposti all’incontro con i futuri genitori attraverso racconti, giochi di ruolo, la visione di foto e video della coppia scelta per loro. Il post adozione, nella sua imprevedibilità, dipende molto da questa fase di preparazione.
Sia i bambini che gli adulti vivono nuovi ruoli, cioè essere figli ed essere genitori, e vanno supportati nelle stesse aree, ma con tecniche diverse, adeguate all’età e alla situazione specifica. E’ necessario lavorare sostenuti sui temi della fiducia, del riconoscimento, della gestione delle emozioni e sulla validazione della propria storia.
Quali sono le difficoltà di un bambino adottato?
Un bambino adottato è un bambino abbandonato e tormentato dall’idea di non essere stato voluto. Sono sentimenti negativi che possono apparire in diversi momenti di vita, in specifiche transizioni, spesso quando questi stessi bambini da grandi diventano a loro volta genitori.
La difficoltà di questi minori è trovare risposta alle domande “da dove vengo?”, “perché non mi hanno voluto?” e “perché voi (coppia di genitori adottivi) mi avete voluto?”. I bambini adottati hanno una capacità di adattamento e di ri-affidamento all’adulto quasi inspiegabile. Questa grande abilità mentale, però, trova spesso sfogo in comportamenti di regressione (cercare il seno della mamma, capricci, enuresi, etc.) o di opposizione, col fine inconscio di attirare l’attenzione e ricevere dimostrazioni sul fatto che davvero questi genitori siano lì per donare tutto l’amore di cui necessitano e che non se ne andranno.
Quali sono le difficoltà dei genitori che adottano?
I genitori che adottano vengono spesso considerati dei supereroi, ma questa etichetta non è sempre gratificante, perché quasi li porta a reprimere le inevitabili difficoltà che caratterizzano il percorso, perché “chi fa del bene non può permettersi di sbagliare”.
I genitori adottivi hanno un compito ben preciso: accogliere, creare nuovi significati, scrivere una nuova storia, includendo (e rispettando) quella del bambino che è iniziata alla sua nascita.
I genitori devono essere supportati nella comunicazione aperta, nell’essere sempre sinceri e nel saper essere “contenitori” di emozioni esplosive e reazioni inaspettate. Vanno aiutati anche (e soprattutto) nella difficoltà di realizzare che il bambino immaginato, idealizzato, sognato, non corrisponde al bambino reale e quindi alle naturali aspettative che hanno caratterizzato il periodo di attesa.
Come migliorare il dialogo tra genitori e figli adottati?
Il dialogo tra genitori e figli adottati è come una danza. Uno fa un passo e l’altro risponde adeguando il suo passo a quello precedente. L’armonia e la fluidità della coreografia sono date dalla capacità di ascoltare con attenzione la musica e di rispondere sempre con sincerità.
Non esistono verità che non possono essere dette, ma esistono modi diversi di dire sempre la verità. Man mano che i figli crescono, le domande cambiano e cambia anche la maturità nell’elaborare le risposte. La comunicazione aperta e l’ascolto attivo sono i due ingredienti principali per un rapporto genitori-figli sano e autentico (ma non solo nel mondo delle adozioni).
Un altro fattore caratteristico di una danza è certamente l’equilibrio. Nel nostro caso, il dialogo bidirezionale nella relazione genitori-figli adottati è anche frutto del complicato, ma necessario equilibrio tra regole e affettività. È importante creare dei momenti di intima elaborazione dei vissuti anche con l’ausilio dei professionisti, per non vivere le inevitabili difficoltà quotidiane solo come dei pesi, ma piuttosto come delle occasioni per crescere come individui, come coppia e come famiglia.
Dott.ssa Sofia Binanti
Psicologa clinica e Psicoterapeuta in Formazione, operante nel mondo delle Adozioni Internazionali